1 Settembre 2022

COMUNICATO STAMPA

E così siamo all’ennesima campagna elettorale, rito che ripropone stancamente la consueta fiera delle promesse e delle polemiche, con dibattiti che sembrano scaldare più l’attenzione dei diretti interessati e di un mondo autoreferenziale, mentre la società italiana è attanagliata da ben altre priorità e vede quello della politica quale mondo sempre più lontano e meno meritevole di fiducia.

La legislatura che si avvia a conclusione non è stata affatto positiva per il mondo delle famiglie con disabilità: abbiamo visto l’iter della proposta di legge sui caregiver familiari naufragare nell’indifferenza generale, l’approvazione della legge delega sulle disabilità che di fatto non contiene alcuna misura concreta per le persone con disabilità e che, nell’attesa di verificare quale sarà la ratio dei decreti attuativi (con la motivata preoccupazione che si fonda su tutto ciò che spesso di negativo si cela dietro alla parola “riordino”) non ha nemmeno contemplato la figura dei caregiver familiari, declassati alla generica e frustrante definizione di “chi rappresenta la persona con disabilità“, rinnegando addirittura una terminologia specifica, CAREGIVER FAMILIARI, capace di ricomprendere una categoria, se non anche delineata nei diritti e nelle tutele, almeno giuridicamente riconosciuta. Per non tacere dell’assegno unico universale, annunciato come una riforma epocale, di fatto una inaccettabile ed ingiusta penalizzazione per tante, troppe famiglie con disabilità.

Evidente è stata l’insufficiente attenzione di questi temi da parte dei tre Governi che si sono succeduti, aggravato dall’inconsistenza del Ministero della Disabilità che, per l’ennesima volta, ha dato dimostrazione delle sua sostanziale inutilità. Spesso si dice che sono le persone a dare vita alle cariche che ricoprono. Purtroppo, nel caso del Ministero della Disabilità, l’ennesima delusione.

Da siffatte premesse, cosa aspettarsi dalle prossime elezioni?

Osserviamo in modo pragmatico simboli, alleanze elettorali, promesse, enunciazioni e, come al solito, la disabilità è un tema accessorio rispetto ad argomenti afferenti il mondo dei diritti civili, argomenti che ci paiono solo più modaioli e che i media fanno propri per una mera logica che vorremmo definire di mercato; come se le disabilità e i caregiver familiari siano ormai argomento concluso su cui non lavorare e nemmeno dibattere.

Invece noi siamo qui. Insistiamo. Perchè i diritti per le persone con disabilità e caregiver familiari non sono affatto garantiti, ancora.

Avevamo scritto una volta “la goccia scava la pietra” e, allora, non possiamo non osservare la situazione cercando di valutare quali saranno i parlamentari che davvero vorranno mettersi al servizio di questa parte fragile della società, per i temi che ci stanno a cuore, fra i quali indichiamo di seguito alcune priorità. Senza voler rinunciare ad attenzionare scuola, inclusione, accessibilità, servizi, sport, turismo per le persone con disabilità.

La principale battaglia di CONFAD, Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità, è il riconoscimento della figura del Caregiver Familiare, ossia di chi si prende cura in ambito domestico di un congiunto non autosufficiente, ovvero l’affermazione dei suoi diritti e tutele.

È grazie alle battaglie condotte negli anni da CONFAD che il termine “Caregiver Familiare” ha cominciato a divenire di uso comune, ad indicare questo importante ruolo su cui poggia l’intero sistema di Welfare informale.

Ora però si tratta di:

  1. realizzare ed approvare (così come in tutti gli altri Paesi Europei) una buona e giusta legge che tuteli in modo adeguato i Caregiver Familiari, in materia economica, assicurativa, sanitaria e previdenziale;
  2. sostenere un’iniziativa che rafforzi l’affermazione dei progetti di Vita Indipendente per le persone con disabilità, secondo quanto previsto dalla legge 328/2000, dimenticata, inapplicata e, al peggio, colpevolmente osteggiata dalle stesse funzioni amministrative istituzionali;
  3. provvedere ad una seria verifica dell’applicazione della legge 68/99, sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, e procedere con una eventuale riforma che renda davvero concreta l’opportunità di estendere l’inclusione lavorativa alle persone con disabilità;
  4. sanare l’odiosa penalizzazione ai danni delle famiglie con disabilità che si sono viste decurtare in modo truffaldino l’importo del previgente assegno familiare in favore dell’assegno unico universale.

In questa fase di avvio di campagna elettorale che pare muoversi come un carrozzone incapace di condurci alle giuste destinazioni – troppe volte purtroppo abbiamo assistito a cosa succede il giorno dopo, convincendoci di essere visti alla fermata del viaggio e invece abbandonati sul marciapiede con la promessa dell’arrivo della nuova corsa – rimaniamo inermi dinanzi a tanto marasma ma sempre a disposizione per rappresentare le istanze di civiltà e progresso che renderebbero adulto e responsabile anche il nostro Paese.

Quello che come CONFAD, Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità ci aspettiamo, in definitiva, non si tratta di un immediato e completo assorbimento delle nostre richieste, che pure sarebbe giusto. Ma, quantomeno di una tensione vera e viva dalla quale ripartire e realizzare, che non sia, come successo fin ora, chiusura e impossibilità di modificazione di un sistema complesso quale quello delle disabilità.

Riportare la centralità della persona con disabilità all’interno della politica, fermare la deriva dell’indifferenza capace di dimenticare o escludere i soggetti di diritto con disabilità dalla comune esperienza esistenziale, ricordando che ciascuno dovrebbe rispettare l’altro come se stesso, in un’ottica di responsabilità come resistenza, che implica una regola con l’altro e che consenta di fare il salto dalla pura e semplice intersoggettività (l’essere con gli altri) alla reciprocità (l’essere per gli altri).

Questo ci aspettiamo: serietà, responsabilità e concretezza. Perché in assenza di queste, rimarrete il solito illusorio carrozzone.