06.09.2022
In seguito all’entrata in vigore il 13 agosto u.s. del decreto sulla trasparenza dei contratti (D.Lgs. 27/06/2022 n.104, in attuazione della direttiva UE 2019/1152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea) e preso atto delle inammissibili mancanze di indicazione rispetto alle categorie più fragili della società, il 4 settembre Confad ha chiesto delucidazioni in proposito al Ministero del Lavoro, tramite una nota ufficiale in cui auspica un intervento di modifica urgente del decreto stesso, nei punti in cui non vengono salvaguardati i diritti e le tutele anche delle persone più fragili.
Di fatto in questo decreto legislativo tutte le persone che vivono, a vario titolo, il mondo della disabilità sono state semplicemente non considerate. Dimenticate!
La norma penalizza, nei termini in cui si pone, sia le persone con disabilità che le persone che le assistono. Atto che oltretutto si configura palesemente lesivo della Convenzione Onu sui diritti fondamentali delle persone con disabilità, legge internazionale recepita dallo Stato Italiano e alla quale, dunque, non può sottrarsi.
Non tenendone in dovuta quanto doverosa considerazione, questo decreto espone di fatto i lavoratori più fragili a un ingiusto rischio di licenziamento, spazzando via le già poche certezze acquisite dalle più fragili delle categorie: le persone con disabilità, i caregiver familiari e tutti i beneficiari degli istituti di tutela previsti dalla legge 104/1992.
In pratica, i permessi e i benefici della legge 104 non sono considerati come tali nei sei mesi di prova ma come giorni di assenza non scomputabili dal periodo di prova, che continua a decorrere, dando motivo al datore di lavoro di non confermare l’assunzione.
La norma disciplina, fra gli altri aspetti, i casi per i quali il periodo di prova di sei mesi può essere interrotto senza conseguenze per il lavoratore (malattia, infortunio, congedo di maternità e paternità obbligatori). Ma tra questi non vengono assolutamente citati proprio gli eventi che riguardano la categoria dei lavoratori tutelati dalla legge 104.
Il rischio di licenziamento, pertanto, per questi lavoratori neoassunti è irragionevolmente alto e fortemente discriminante.
Coloro i quali si trovassero ad esempio, appena assunti, a dover sostenere una terapia che li costringe in ospedale o a casa per più giorni oppure magari coloro che si trovassero nelle condizioni di dover chiedere un congedo per assistere un genitore gravemente malato, sarebbero di certo esposti al rischio del licenziamento.
Si tratta di una dimenticanza dagli effetti devastanti per una parte importante della società civile, che deve essere rettificata al più presto.
Confad ha chiesto un intervento tempestivo al Ministero del Lavoro perché non è ammissibile, e davvero ormai nella maniera più assoluta, che non si tenga conto delle persone con disabilità, dei loro caregiver familiari e delle loro famiglie in ambito lavorativo.
Abbiamo ottenuto la risposta del Ministero che ha di fatto riconosciuto le ragioni della nostra fondata preoccupazione (vedi immagine).
Hanno confermato che l’articolo in questione non è esaustivo di tutti i casi ammessi (che a noi suona come un “forse potevamo scriverlo meglio…”) e che interverranno con una circolare esplicativa per chiarire il punto.
In ogni caso noi continueremo a monitorare la questione.
Abbiamo compiuto un’azione importante, a tutela di diritti acquisiti messi in dubbio da un provvedimento evidentemente incompleto.