25 Giugno 2022
Confad – Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità esprime sprezzante indignazione sulla vicenda che ha visto alcuni enti locali, il Comune di Nettuno e altri, sottoporre un questionario oltremodo imbarazzante, per usare un eufemismo, ai Caregiver Familiari, con l’obiettivo di individuare “con metodo scientifico” una graduatoria per accedere ai fondi destinati per il loro sostegno.
In effetti si tratta del CBI, il Caregiver Burden Inventory (Novak M. e Guest C., Gerontologist, 29, 798-803, 1989), un questionario self-report ideato nel preistorico 1989 in ambito geriatrico, che veniva utilizzato nella valutazione del “peso” assistenziale del Caregiver Familiare (soprattutto di persone con Alzheimer) nelle 5 dimensioni dello stress: burden oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo.
Ecco alcune di queste domande:
In una scala da zero a quattro
- Quanto ti vergogni del tuo familiare?
- Quanto risentimento provi nei suoi confronti?
- Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici in casa?
È scandaloso che ancora nel 2022 le Istituzioni si rivolgano in questi termini nei confronti di chi dedica la vita per un proprio parente, in maniera così disinvoltamente imperterrita, arrogante e autoreferenziale, con una sensibilità pari a quella dei Kapò nei campi di concentramento nazisti.
Non basta che il Comune abbia immediatamente ritirato il questionario, giustificandosi e dicendo che il fine era quello di valutare il grado di stress di queste persone. Alla luce di tutte le azioni di sensibilizzazione politica e sociale sulla figura del Caregiver Familiare, portate avanti sia a livello nazionale che locale, per quanto ancora le persone con disabilità, i loro Caregiver Familiari e le loro famiglie dovranno continuare a vedere la loro dignità calpestata?
E lo ribadiamo senza transigere, con forza e coscienza: la radice profonda del sentimento di vergogna, qualora vi fosse, sarebbe da rintracciare nel mancato riconoscimento dell’opera di profonda generosità e responsabilità nei confronti del parente accudito, da parte di uno Stato che non vuole vedere l’insostituibile ed edificante azione di sostegno. Non certamente nella loro stessa condizione!
Ci fa vergognare, ma come uomini e donne del terzo millennio, il fatto che ancora le Istituzioni trascurino colpevolmente la categoria dei Caregiver Familiari.
Non siamo noi quelli che si devono vergognare!
Chi si deve vergognare, in una scala da 0 a 4, per non avere ancora prodotto una legge nazionale che riconosca tutele e diritti dei Caregiver Familiari? Il presidente Draghi, quanto si vergogna in una scala da 0 a 4, per il fatto che il suo governo non se n’è occupato? L’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, quanto si vergona in una scala da 0 a 4, per la stessa ragione? I parlamentari tutti della maggioranza, quanto si vergognano in una scala da 0 a 4, per la stessa ragione?
La figura del Caregiver Familiare, riteniamo di ribadirlo, è definita dalla Legge 205/17 (articolo 1, comma 255) come “la persona che presta assistenza a un familiare non autosufficiente in modo globale, continuo”, cioè se ne prende cura in maniera totale e totalizzante h24, sia fisicamente sia psicologicamente.
Anche alla luce di quanto accaduto, Confad chiede una LEGGE NAZIONALE che garantisca tutele e diritti per la figura del Caregiver Familiare, riconoscendone finalmente il giusto valore sociale e colmando, questa sì, la trascuratezza davvero vergognosa della classe di governo del nostro Paese.
Alessandro Chiarini – Presidente CONFAD