Roma, 23.11.2022
Assegno Unico Universale: piccoli passi avanti, ma ancora non ci siamo.
L’Assegno Unico Universale è la misura economica rivolta alle famiglie “per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico” (istituito con la Legge Delega 46/2021 ed entrato in vigore il 1° marzo 2022).
Unico poiché sostituisce tutte le altre prestazioni economiche (premio-nascita, bonus bebè, assegni al nucleo familiare, detrazioni sui figli a carico…) e Universale poiché è garantito a tutte le famiglie con figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno di età (e senza limite di età per i figli con disabilità).
L’Assegno Unico Universale si presentava come una misura finalizzata alla semplificazione e al potenziamento degli interventi diretti a sostenere la famiglia con figli a carico, atteso come un innovativo strumento di aiuto alla genitorialità e alla natalità.
Nella realtà dei fatti, invece, sono subito emerse molte incongruenze che Confad ha prontamente segnalato al Ministero del Lavoro e del Walfare, oltre che a tutti i capi-gruppo parlamentari con cui ha dialogato a lungo.
L’introduzione del nuovo Assegno Unico Universale penalizzava fortemente le famiglie con figli con disabilità di età superiore a 21 anni. Tra assegni più bassi, perdita di detrazioni e perdita di maggiorazioni molte famiglie arrivavano a perdere fino a 2.000 € annue: una cifra enorme per famiglie spesso monoreddito (nella maggior parte dei casi la mamma è costretta a rinunciare al lavoro per prendersi cura del figlio con disabilità), in cui è stata messa a rischio non solo la continuità assistenziale e di cura del figlio con disabilità ma lo stesso bilancio familiare.
Dopo diverse azioni portate avanti da Confad, il Governo ha reintrodotto la detrazione per i figli di età superiore a 21 anni (tutti), dimenticandosi però di confermare la maggiorazione per quelli con disabilità.
Con la Legge del 4 agosto 2022 n.122 di conversione del Decreto Semplificazioni (DL del 21.06.2022 n.73) in vigore dal 20 agosto 2022, gli importi dell’Assegno Unico Universale per le famiglie con figli con disabilità maggiorenni sono stati aumentati, equiparati ai figli minorenni.
Ma anche in questo caso con una limitazione: la maggiorazione di 120€ è stata prevista soltanto fino a 21 anni. Inoltre, la misura è transitoria: vale fino a febbraio 2023.
Dunque, i soggetti più fragili della società continuano a essere sempre quelli più penalizzati. Un altro passo di civiltà mancata! Altro che giustizia ed equità sociale!
Confad pertanto chiede:
- che la misura dell’aumento degli importi dell’Assegno Unico Universale per le famiglie con figli con disabilità maggiorenni sia resa definitiva invece che transitoria;
- che la maggiorazione di 120€ sia estesa anche ai figli con disabilità che abbiano più di 21 anni;
- che l’importo dell’Assegno Unico Universale per i nuclei familiari con figli con disabilità non sia calcolato sull’Isee ma sul reddito familiare, così come avveniva con l’assegno familiare. L’Isee di queste famiglie, infatti, risulta spesso elevato in virtù dei risparmi forzosi che le famiglie si impongono di fare, attanagliati dalla preoccupazione per il domani incerto dei loro figli. Sanno che devono sostituirsi a uno Stato che continuerà a rimanere inadempiente per i loro figli alla dipartita dei genitori e con mille sacrifici mettono da parte per il loro futuro quanto più possibile, il più delle volte rinunciando a tutto ciò che va oltre lo stretto necessario.
Confad continuerà a battersi perché sia resa davvero giustizia, secondo quanto in teoria lo stesso Assegno Unico Universale si propone, e le famiglie con disabilità non subiscano altre ingiuste penalizzazioni.
Alessandro Chiarini
Presidente CONFAD